GRAZIE PROWOLF!!!

Gatti delel nevi
Pro Wolf è il vincitore vero delle gare di apertura del Circuito MasterMind 2017. La gara vera, per chi non l'avesse capito, ieri, era fare le gare. Dopo l'annullamento del 7 gennaio e il mancato recupero del 15 gennaio, a causa delle tempeste di vento e di neve, che si sono abbattute, a ritmo serrato, sul centro-sud, la gara vera era quella contro il tempo, atmosferico, naturalmente. Non c'è alcun dubbio che Pro Wolf l'abbia spuntata. Il consistente manto nevoso depositatosi - un metro e passa e quanto non si sa nelle zone di accumulo per vento - avrebbe dissuaso chiunque, ma non il taciturno Ciro Sertorelli; l'uomo del fare per antonomasia, non si è dato per vinto e, come una macina inesorabile, ha continuato, giorno dopo giorno, con lo staff di esperti gattisti di cui dispone, a battere , comprimere, compattare la soffice manna celeste, che, per la verità, nell'alto Abruzzo ha assunto la fisionomia di flagello catastrofico, purtroppo.
Così, mentre tutt'intorno, rimbalzavano le note degli annullamenti, qui da noi, a Roccaraso, l'allenamento pre gare e le stesse gare 1 e 2 hanno avuto regolare svolgimento; ben vero, a completare l'inventario delle intemperie, cessate le bufere, la quiete si è presentata ammantata da nebbia lattiginosa; ma che volete che sia, la visione delle tre porte essenziali, per fortuna, era garantita.
Ore 9,00, l'implacabile orologio dei giudici di gara, consentiva a Mika Falco di spalancare il cancelleto per prima, partiti! E chi ci sperava!
Gara 1, categoria D, a mani basse, vinceva la new entry fra i promotori MasterMind, Elena Matronola, dell'Aliski; a lei vanno i meritati complimenti e il "benvenuta" in MasterMind; alle spalle della Matronola e, nell'ordine, Paola Capuano (SAI Napoli) e Mika Falco, portatrice di preziosi punti alla causa del suo S.C. Napoli.
Nella categoria C, vittoria netta di Valerio Romano, autore di una bella performance, davanti a Giuseppe Fiordilso, redivivo in campo, e a Massimo Ferraro, il quale, come sempre ad inizio stagione, sconta un deficit di preparazione.
Tra i B, con facilità, era Emanuele Reale a prevalere su Francesco Acquaviva del SAI Napoli, anch'egli a corto di preparazione, mentre Cristiano Orlandi, quest'anno in forza all' Aliski, giungeva subito a ridosso di Acquaviva, al di sotto, però, delle aspettative dei suoi coequipers-allievi; da quest'anno, infatti, l'Orlandi è anche l' allenatore del team capitolino.
In categoria A, con molto piacere, sono riapparse, al primo e terzo posto, due vecchie conoscenze: Andrea Caloro primo e Stefano Mander terzo, entrambi dello S.C. Napoli, mentre il diciottino Manuel Romano si incuneava fra i due accaparrandosi il secondo gradino del podio.
Archiviata gara 1, a tempo di record, i tracciatori erano praticamente alle calcagna dell'ultimo concorrente per ridisegnare il tracciato di gara 2; saggiamente privilegiavano l'identica filosofia di gara 1, cioè di rinunziare ad angoli troppo decisi, onde evitare gli sprofondi che inevitabilmente si sarebbero generati nei cambi di traiettorie, causa una superficie nevosa ancora troppo tenera; a dire il vero, gara 2 risultava anche più filante di gara 1 e, visibilmente, i tempi sono stati da tutti ritoccati al ribasso.
Fra le D, dispersa nella nebbia l'ottima Matronola, Paola Capuano aveva la meglio su Mika Falco. A consuntivo, bisogna purtroppo registrare che il settore femminile langue, dopo l'abbandono di Giorgia Della Morte, di Serafina Bonaiuto, di Gabriella Cascetta, dopo che le apparizioni di Doranna Melegari da intermittenti, si sono rarefatte, bisognerà inventarsi qualche attrattiva, pena la perdita di ogni credibilità di classifiche ridotte allo zero virgola.
In categoria C, si ripeteva Valerio Romano, stavolta con un tempone ancor più significativo di quello fatto registrare in gara 1, ai livelli delle categorie più giovani, si vede che il forzato riposo, dopo il fastidioso stiramento al tendine femorale sx, ha risvegliato in lui l' a...... ccanimento per le gare, tanto che, complice il sopravvenuto calo di visibilità, le ha date purfino al figlio Manuel, giusto una manciata di centesimi, però. Al secondo posto si installava Massimo Ferraro, che, stavolta, nonostante gli sci da ricognizione per rottura attacco su quelli da gara, non si faceva sorprendere da Giuseppe Fiordiliso, terzo; quest'ultimo, per l'incredulità di quasi tutti (tranne che di quella vecchia zoccola di G.F.P.), sfoggiava sci da slalom cm 165. Richiesto di spiegazioni su tale eccentricità, rispondeva che, sulla Pallottieri, ben possono andare gli sci da slalom (purché di quelli come i suoi va aggiunto) e, a maggior ragione, in condizioni di scarsa visibilità, perchè ti consentono qualsiasi recupero.
In categoria B, classifica cortissima, da gara di Coppa del Mondo: il solito Emanuele Reale, stavolta in lotta fratricida con Clemente, prevaleva per un battito di ciglia, otto centesimi. Bellissima gara, ma che occasione persa, dicci, o Clemente, quando mai più ti capiterà l'occasione di stare davanti al Cassius Clay dello sci, che danza come una farfalla e punge, punge come una vespa. Terzo, a soli 27 centesimi dal primo del duo Reale, un adrenalinico Francesco Claudio Acquaviva, autore di una performance inspiegabile, almeno per i parametri di ogni allenatore che si rispetti: sciato quasi zero, saltato un momentino a Napoli per cena pantagruelica sorretta da varietà di vini pregiati, rientrato a Rocca notte tempo, riuscito di casa all'alba per ricognizione, è questa la sintesi della sua preparazione all'appuntamento agonistico di cui si tratta.
Nel gruppo A, per i primi due posti, dopo una lotta allo stremo, sul filo dei centesimi, prevaleva, di nuovo, il rientrante Andrea Caloro dello S.C. Napoli sul diciottino Manuel Romano per 4 centesimi, il terzo, Matteo Garofani dell'Aliski, restava un po' più indietro.
A questo punto, mi corre l'obbligo di derogare al principio impostomi di scrivere solo dei primi tre di ogni raggruppamento di categorie, perché c'è in atto una sfida privata infra categoria che vede coinvolti Andrea Ballabio e Clemente Reale. Per Andrea si era messa bene in gara uno, avendo egli stampato dodici centesimi al rivale , però, Clemente, in gara due, come si legge in cronaca, si scatenava e pareggiava il conto: 1a1 sulla Pallottieri. Un altro duo in lotta perenne è composto dagli emergenti Giorgio Ferri e Paolo D'Appollonio, fino a due anni fa viaggiavano in paranza, poi, dall'anno scorso, il Ferri ha fatto un salto di qualità: anche stavolta si è messo dietro il compagno-rivale in entrambe le gare. A dire il vero Giorgio, in gara 2, ha fatto un exploit strepitoso, mettendosi dietro, oltre che Paolo, anche, e, addirittura, l'allenatore del proprio team, Cristiano Orlandi. Complimenti Giorgio, ma non me ne voglia Paolo, perché a lui la diagnosi l'ho fatta, e gli ho dato pure la terapia: che cominci a cambiare le aste e poi vediamo come si mette.
Il challange Italo Kuhne a squadre, si presenta quest'anno con una veste regolamentare tutta nuova, a cominciare dall'applicazione tabella T300, per continuare con la composizione delle squadre, che coincidono con gli interi club, salvo che si tiene conto dei tre migliori in ogni singola gara, per finire con l'inclusione dei giovani/senior nei vari team in competizione per il trofeo Challange. Si tratta di un pacchetto di novità indirizzate all'omologazione delle regole del Challange alle regole dettate dalla FISI per le competizioni a squadre, all'estensione della partecipazione anche ai giovani/senior e, in definitiva, al coinvolgimento nella competizione degli interi sci club, cosicché la partecipazione potrà dirsi davvero corale.
Ciò detto, ancora una volta, un quartetto si contende il primato provvisorio e, a ben vedere, il quartetto si presenta scisso in una doppia coppia: SAI Napoli in testa a punti 1840, tallonato, a quota 1823, dal cortinese S.C. 18; appena un po' più indietro, rispettivamente, a punti 1680 e 1639, la coppia Aliski Racing ed S. C. Napoli. Una bella lotta, non c'è che dire, fra gli stessi team che, fin dalla prima edizione del Challenge, si sono contesi fino all'ultima gara l'ambito trofeo in argento finemente istoriato, intitolato ad Italo Kuhne, l'indimenticabile giornalista, ancor man in Coppa del mondo, e da Napoli nel "Processo del lunedì" di biscardiana memoria, nonché atleta egli stesso, vincitore di vari campionati mondiali giornalisti e, dulcis in fundo, talent scout di più di una generazione di sciatori campani, i quali guardavano a lui come ad un oracolo. In un'epoca in cui i genitori erano fortemente perplessi all'idea di assenze a scuola, di allenamenti sottratti alle ore di studio, di vittorie costate qualche brutto voto a scuola, Italo, con le sue convincenti capacità dialettiche, che gli derivavano dall'avvocatura, realmente praticata in una vita precedente a quella di giornalista, era in grado di far metabolizzare tutto anche ai padri più scettici. Una volta ebbe l'impudenza di garantire ad un fervente credente e papà di un suo atleta che, fra le due manches del Trofeo delle Aquile, a Campo Imperatore, avrebbe accompagnato personalmente il ragazzo alla Santa Messa. Davvero il colmo, ma tant'è, una bugia a fin di bene è ben detta o, se si preferisce, il fine giustifica i mezzi!