ENERGIAPURA AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA
Ma come si può propinare un assurdo di questo genere? Un ossimoro da paradosso ricardiano, già Ricardo, il noto economista britannico, considerato la figura apicale della scuola economica classica. ENERGIAPURA, evoca lo sprigionarsi incontrollabile delle forze della Natura, eruzioni, movimenti tellurici, tsunami, tempeste tropicali, valanghe, eventi forieri,senza se e senza ma, di distruzioni e, ahinoi di danni da Protezione Civile!
Non è un mistero eleusino che i nostri sono tempi di paradossi, i grandi della terra hanno avuto bisogno di una svedesina poco più che infante per mettersi intorno a un tavolo e scoprire che il traguardo del surriscaldamente di 1,5 gradi centigradi, posposto in un futuribile domani, è già stato raggiunto dal mar Mediterraneo.
E tuttavia esiste oggi un’ENERGIAPURA benigna, che si è fatta carico di limitare i danni da taglio patibili dagli sciatori, soprattutto agonisti, cioè di quelli che, ai margini delle solette fondo-sci, non hanno semplici lamine, ma lame tirate a filo di rasoio, idonee sì a permettere pieghe impossibili su superfici improbabili quali il ghiaccio da neve barrata, ma idonee altresì a procurare raccapriccianti ferite da taglio al malcapitato, che, oltra a prendere una musata in terra, finisce pure per prndersi una rigata di lamine di sci, provvidenzialmente sganciatisi, ma dannatamente liberi di nuocere.
Non dal triangolo delle Bermuda, ma ma, non a caso, dal quadrilatero vicentino, che ha partorito il Monarca italiano dei filatori, il “Giannino” Marzotto, pilota da 24 di Le Mans, ottimo sciatore, tra l’altro e dandy bizzarro, che, si dice, si esibisse sui pendii cortinesi indossando giacca e cravatta, ENERGIAPURA ha fatto irruzione da qualche lustro nel mondo dello sport bianco proponendo capi innovativi, in un pianeta sostanzialmente tradizionalista.
Ricerca, innovazione, sperimentazione costituiscono l’intelaiatura delle spire del DNA di questo marchio, che dal 2010 ha accettato la sfida di proteggere gli sciatori dalle purtroppo ricorrenti ferite da taglio. Una sfida meritoria, oltre che per la salvagurdia dell’integrità fisica degli appassionati di sci, anche per l’immagine stessa dello sport bianco, che risulterebbe irrimediabilmente deturpata, nel caso si dovessero registrare in mondovisione immagini inquietanti di spargimenti rutilanti sul bianco immacolato.
La sfida era di quelle da mission impossible, bisognava creare un tessuto elastico, termico e traspirante al tempo stesso, roba gia di per se’ da quadratura del cerchio, ma aggravata anche dalla necessità di battere sul tempo la concorrenza del meglio dell’industria internazionale, in una corsa contro quel dannato fattore che rischia di rendere vane le profusioni di risorse umane e finanziarie, se non si risulta tempestivi.
Un sentiero impervio, come però si addice ai vicentini; certo proteste e delusioni, non sono mancate nel corso della travagiata sperimentazione; un dei big del discesismo italiano protestava di essere stato sì protetto dal freddo, ma, ciò nonostante, di essersi però beccato la bronchite perchè il tessuto non traspirava adeguatamente e, durante la risalita, il sudure prodotto per lo sforzo gli si gelava addosso. Un altro, abituato come tutti ad indossare la tuta da gara a pelle, protestava perché il tessuto si sperimentava sulla biancheria intima e non direttamente sulla tuta da gara e già, il ragazzo era ignaro che, posto che il tessuto oltre i 110 gradi subisce una trasformazione chimica che lo rende rigido come la plastica e le serigrafie sulle tutte vanno apposte a 220 gradi, delle due l’una: o si rinunziava alle serigrafie per la felicità degli sponsor, oppure la protezione te la metti sotto la tuta.
Ma come si potevano testare le qualità ricercate? Partendo da un macchinario tedesco utilizzato per tutti altri scopi, è stata creata una macchina che riproduce il movimento, alla velocità di 40 Km orari, di una lama con una predeterminata incidenza e con una pressione di 50 Kg, sul campione di tessuto da testare.
Vittoria, concorrenza internazionale battuta, perfino la federazione di sci alpino della dominante e spocchiosa Austria preferiva il prodotto della italiana ENERGIAPURA ed estendeva l’ordine, Inizialmente riservato alla prima squadra, anche alle formazioni B e C.
L’esperimento è stato riprodotto nella serata organizzata da Flavio Cuccaro presso il suo DADASPORT ONLY SKI di Maddaloni, dove,sotto gli occhi increduli di tutti i presenti, Antonio Olivetto, Ceo Confsport, brandendo un taglierino affilatissimo, si è avventato più volte con foga sui campioni di tessuto usati per la dimosttrazione.
Un coro con entusiastici applausi si è levato dagli astanti ad esperimento riuscito, qualche burlone, malignamente, insinuava che il taglierino era stato sostituito così come era stata sostituita la pezza di tessuto da martoriare, burla giustificata, perché, si sa, si era vicino Napoli, dove il gioco delle tre carte è di casa.
La sera dell’11/11 da DADASPORT, ospiti di Flavio Cuccaro, in occasione dell’evento di presentazione anche delle Master Series, ultima invenzione di ENERGIAPURA e figlia delle Children Series e delle Kid Series, c’erano un po’ tutti i Master nostrani, che saranno indicati senza titoli accademici, fuori luogo in ambiante di sportivi, unica eccezione meritano l’Emerito Prof. Gianfredo Puca, aggiudicatario di tre coppette di cristallo in classifica generale di Coppa del Mondo Master e Sua Eccellenza il Prof. Andrea Ballabio, recentemente insignito della più alta carica onorifica della Repubblica, non per meriti sportivi, come egli avrebbe agognato, tanto che lo mise a credere a suo padre, ma più “semplicemente” per meriti scientifici. A seguire, non per ragioni di rango in seno alla F.I.S.I., in quanto Presidente del nostro CAM, ma per ritardo nell’ approprinquarsi a Maddaloni, Agostino Felasani con il delegato ai Giudici di Gara, il cerbero Cerbone, i Presidenti di Club Antonio Barulli, Massimo D’Albora, Stefano Romano, Rino Barbato, Aldo Amodio, nonché, nella triplice veste, di BIPRESIDENTE e ALLENATRICE, Roberta Cataldi, gli allenatori Andrea Barulli e Davide Marinelli, ovviamente anche il rappresentante di zona di ENERGIAPURA, Roberto Cascioli, una nutrita rappresentanza di promotori MasterMind, fra i quali spiccavano, oltre a Gianfredo, Amdrea, Rino, Lucio Lamberti e Francesco d’Acunto, per finire, tanti altri ospiti, ai quali vanno le scuse per non essere nominativamente menzionati, non per deficit di rango, ma unicamente per deficit di chi scrive.
Ad un certo punto, nel pieno delle ovazioni, anche in difesa di Antonio Olivetto per le scherzose malignità al suo indirizzo, all’improvviso, l’incantesimo di uno spaesante, assordante silenzio..... il buffet aperto zittiva tutti e per le bocche non c’erano più parole, ma sfiziosità di ogni genere “spase” su un gigantesco tavolo che a stento le conteneva; l’intento di Flavio e Signora sarebbe stato un aperitivo, ma,vuoi per l’orario, vuoi per il bere e la pappatoria, trattavasi quantomeno di un’ apericena.
Non dal triangolo delle Bermuda, ma ma, non a caso, dal quadrilatero vicentino, che ha partorito il Monarca italiano dei filatori, il “Giannino” Marzotto, pilota da 24 di Le Mans, ottimo sciatore, tra l’altro e dandy bizzarro, che, si dice, si esibisse sui pendii cortinesi indossando giacca e cravatta, ENERGIAPURA ha fatto irruzione da qualche lustro nel mondo dello sport bianco proponendo capi innovativi, in un pianeta sostanzialmente tradizionalista.
Ricerca, innovazione, sperimentazione costituiscono l’intelaiatura delle spire del DNA di questo marchio, che dal 2010 ha accettato la sfida di proteggere gli sciatori dalle purtroppo ricorrenti ferite da taglio. Una sfida meritoria, oltre che per la salvagurdia dell’integrità fisica degli appassionati di sci, anche per l’immagine stessa dello sport bianco, che risulterebbe irrimediabilmente deturpata, nel caso si dovessero registrare in mondovisione immagini inquietanti di spargimenti rutilanti sul bianco immacolato.
La sfida era di quelle da mission impossible, bisognava creare un tessuto elastico, termico e traspirante al tempo stesso, roba gia di per se’ da quadratura del cerchio, ma aggravata anche dalla necessità di battere sul tempo la concorrenza del meglio dell’industria internazionale, in una corsa contro quel dannato fattore che rischia di rendere vane le profusioni di risorse umane e finanziarie, se non si risulta tempestivi.
Un sentiero impervio, come però si addice ai vicentini; certo proteste e delusioni, non sono mancate nel corso della travagiata sperimentazione; un dei big del discesismo italiano protestava di essere stato sì protetto dal freddo, ma, ciò nonostante, di essersi però beccato la bronchite perchè il tessuto non traspirava adeguatamente e, durante la risalita, il sudure prodotto per lo sforzo gli si gelava addosso. Un altro, abituato come tutti ad indossare la tuta da gara a pelle, protestava perché il tessuto si sperimentava sulla biancheria intima e non direttamente sulla tuta da gara e già, il ragazzo era ignaro che, posto che il tessuto oltre i 110 gradi subisce una trasformazione chimica che lo rende rigido come la plastica e le serigrafie sulle tutte vanno apposte a 220 gradi, delle due l’una: o si rinunziava alle serigrafie per la felicità degli sponsor, oppure la protezione te la metti sotto la tuta.
Ma come si potevano testare le qualità ricercate? Partendo da un macchinario tedesco utilizzato per tutti altri scopi, è stata creata una macchina che riproduce il movimento, alla velocità di 40 Km orari, di una lama con una predeterminata incidenza e con una pressione di 50 Kg, sul campione di tessuto da testare.
Vittoria, concorrenza internazionale battuta, perfino la federazione di sci alpino della dominante e spocchiosa Austria preferiva il prodotto della italiana ENERGIAPURA ed estendeva l’ordine, Inizialmente riservato alla prima squadra, anche alle formazioni B e C.
L’esperimento è stato riprodotto nella serata organizzata da Flavio Cuccaro presso il suo DADASPORT ONLY SKI di Maddaloni, dove,sotto gli occhi increduli di tutti i presenti, Antonio Olivetto, Ceo Confsport, brandendo un taglierino affilatissimo, si è avventato più volte con foga sui campioni di tessuto usati per la dimosttrazione.
Un coro con entusiastici applausi si è levato dagli astanti ad esperimento riuscito, qualche burlone, malignamente, insinuava che il taglierino era stato sostituito così come era stata sostituita la pezza di tessuto da martoriare, burla giustificata, perché, si sa, si era vicino Napoli, dove il gioco delle tre carte è di casa.
La sera dell’11/11 da DADASPORT, ospiti di Flavio Cuccaro, in occasione dell’evento di presentazione anche delle Master Series, ultima invenzione di ENERGIAPURA e figlia delle Children Series e delle Kid Series, c’erano un po’ tutti i Master nostrani, che saranno indicati senza titoli accademici, fuori luogo in ambiante di sportivi, unica eccezione meritano l’Emerito Prof. Gianfredo Puca, aggiudicatario di tre coppette di cristallo in classifica generale di Coppa del Mondo Master e Sua Eccellenza il Prof. Andrea Ballabio, recentemente insignito della più alta carica onorifica della Repubblica, non per meriti sportivi, come egli avrebbe agognato, tanto che lo mise a credere a suo padre, ma più “semplicemente” per meriti scientifici. A seguire, non per ragioni di rango in seno alla F.I.S.I., in quanto Presidente del nostro CAM, ma per ritardo nell’ approprinquarsi a Maddaloni, Agostino Felasani con il delegato ai Giudici di Gara, il cerbero Cerbone, i Presidenti di Club Antonio Barulli, Massimo D’Albora, Stefano Romano, Rino Barbato, Aldo Amodio, nonché, nella triplice veste, di BIPRESIDENTE e ALLENATRICE, Roberta Cataldi, gli allenatori Andrea Barulli e Davide Marinelli, ovviamente anche il rappresentante di zona di ENERGIAPURA, Roberto Cascioli, una nutrita rappresentanza di promotori MasterMind, fra i quali spiccavano, oltre a Gianfredo, Amdrea, Rino, Lucio Lamberti e Francesco d’Acunto, per finire, tanti altri ospiti, ai quali vanno le scuse per non essere nominativamente menzionati, non per deficit di rango, ma unicamente per deficit di chi scrive.
Ad un certo punto, nel pieno delle ovazioni, anche in difesa di Antonio Olivetto per le scherzose malignità al suo indirizzo, all’improvviso, l’incantesimo di uno spaesante, assordante silenzio..... il buffet aperto zittiva tutti e per le bocche non c’erano più parole, ma sfiziosità di ogni genere “spase” su un gigantesco tavolo che a stento le conteneva; l’intento di Flavio e Signora sarebbe stato un aperitivo, ma,vuoi per l’orario, vuoi per il bere e la pappatoria, trattavasi quantomeno di un’ apericena.
Ad abbuffata compiuta, si spegnevano le luci sul palcoscenico di una serata interessante all’insegna della ricerca della sicurezza compatibile con uno sport, che, oggettivamente, sicuro non è, ma per fortuna ENERGIAPURA c’è.