DA SUD-OVEST NIENTE DI NUOVO

Roccaraso tristeIl brusco calo delle temperature di un paio di settimane fa aveva decretato la fine brutale della inusitata primavera novembrina. 
Neve abbondante al centro Italia anche intorno a quota 1000. Roccaraso, il primo dicembre, apriva a gratis ai propri fan, roba che non si vedeva dagli anni 60, ante riscaldamento globale da catastrofe biblica, che sta ormai compromettendo l’esistenza stessa dei ghiacciai europei.
I vari club, già pronti a contendersi il primato di chi parte davanti a tutti, avevano chiamato a raccolta gli atleti di tutte le età per il weekend dell’Immacolata. Mistero della fede, il dogma gioioso della Natività prevale sugli eventi luttuosi della storia. La memoria collettiva ha rimosso la ricorrenza laica doppiamente funesta del giorno 7/12 del 1969 e del 1970, per annoverare tale data ed il successivo giorno 8/12 fra le ricorrenze doppiamente festose. E già perché da noi si festeggia l’Immacolata Concezione e da loro l’Ambrogio da Treviri, Vescovo di Milano, in trivium et quadrivium expertissimus, ovviamente espertissimo non in male parole da trivio, ma nelle arti liberali classiche (il trivio) e scientifiche (il quadrivio).
Purtroppo il paventato rientro di correnti tiepide da sud-ovest riportava gli scalpitanti atleti all’amara realtà appenninica del tutti a casa.
Ma i più saggi, previdentemente avevano fiutato il volta faccia del vento e si erano dirottati chi a Cortina, chi a San Vigilio di Marebbe; unico a confidare nel fattore K (ulo) che mai l’abbandona, il nostro Gastone, che riusciva ad infilarsi negli unici due giorni egregiamente sciabili a Roccaraso.

A San Vigilio si è notato un pimpantissimo Gianfri, che prima d’ora, mai era stato visto sciare tanto bene, sfoggiava un Salomon Master 182 cm, raggio 17 nuovo di pacca, che gli consentiva di inanellare sequenze da raggio e ritmo costanti, senza ombra di sbavature.
Chissà se si rassegnerà alla monotonia di tenerseli ben stretti ai piedi, rinunziando alla sua imperdibile tentazione di continuare a sperimentare per tutta la stagione aste dalle diverse fogge e misure.
La troupe di napoletani in Val Marebbe si presentava rafforzata da:
1) il napoletan-ginevrino Tanio Campanile, sempre più dolorante per acciacchi della più diversa natura;
2) il posillipino Lucio Lamberti, che al contrario di Tanio, esibiva una smagliante forma atletica ed un vieppiu’ smagliante paio di Atomic G9, che avrebbero meritato l’up grade del G20, per come consentivano all’esuberante Lucio di calarsi giù dal Pre da Peres, anche dopo la pappatoria al Picio Pre;
3) un Gino Mandolese, inaspettatamente taciturno e rinunciatario alle sue ampie digressioni dal fulcro della questione strettamente incentrata sulla lezione di tecnica; forse continuava a riassaporare mentalmente il guanciale con polenta consumati al Picio Pre;
4) un redivivo KANSAS Santarelli, assente da sei anni dalle piste per invalidante infortunio proprio in loco, ma improvvisamente rigasato al punto che la condomina del piano di sotto dell’abitazione napoletana ha fatto un esposto all’amministratore contro KANSAS, che ormai vagola per casa con scarponi fissi ai piedi.
L’uno e due dicembre facevano inaspettata apparizione il Val Zoldana Nadir con la loquacissima compagna Fabien. Sarà stata la struggente amenità dei luoghi o i vapori soporiferi del calice di Teroldego, sta di fatto che Fabien veniva percorsa da una fantasia di morte e con risolutezza transalpina, in appoggio sulla tavola imbandita al Picio Pre, brandendo una penna carpita all’ineffabile Giulia, su un foglio della cerulea baita, vergava le sue ultime olografe volontà’.
Ce n’è abbastanza, mentre la brigata San Vigilio faceva rientro, la colonna romana-napoletana del più blasonato sci club d’Italia risaliva con baldanza le valli che il disfatto esercito austro-ungarico, 108 anni fa, aveva disceso con uguale baldanza. 
Dei diciottini a Cortina si sa poco, del resto è ben nota la discrezione della gente che conta veramente, che non ama sparasi sui social per ottenere effimeri like da chicchessia. Di loro maestà, verrebbe da dire, stante la presidenza spettante a furor di popolo ad un Reale, sono solo state postate a pochi intimi fotografie di piste perfettamente trattate, sotto cieli indaco, assolutamente deprivati da qualsivoglia ombra di nubi. Del resto, come è ben noto, le nubi vanno ad oltraggiare solo gli allenamenti degli sfigati.
Nella rituale foto di gruppo, svettava su tutti Valerio Romano, riconoscibile, anche se meno monumentale, risultava Clemente Reale.
Al gruppo, per una sveltina di due giorni, si e’ unito Gastone, che fra una conferenza e l’altra, fra una laurea honoris causa e una medaglia al merito scientifico, si è un attimo allungato al Col Gallina per qualche giro tra i pali che male non fa.
Inutile rimarcare che lo sfrenato ottimismo faceva affermare a Gastone che la due giorni di Col Gallina era risultato il miglior allenamento mai fatto, nonostante l’attrezzatura rabberciata alla men peggio, sci di Clemente, bastoncini di Valerio.
L’intero gruppo rosso blu più Gastone, meno Valerio Romano, andrà a Pila, località ospitante la prima gara italiana di Coppa del mondo Master.
È d’obbligo tacere di tutti gli altri, in quanto non pervenuti i consensi al trattamento dei dati personali. I promotori sono pertanto invitati a prestare consenso e a non secretare le prossime uscite. 
Ci si ritrova dopo Pila.