ADELANTE ADELANTE IN SU LOS ANDES!!!

Atleti MasterMind
Temo che il titolo non significhi il resto di niente, ma suona bene, mi dà la stessa carica emotiva che ho provato nel sentire gli echi dei primi podi ottenuti dalla nutrita rappresentativa dei promotori MasterMind all’overture cilena della Coppa del Mondo Master. Guidati dal più autorevole, stabilmente fisso nella rappresentativa italiana, titolato di svariati podi su ciascuno dei  tre gradini in gara secca e sul terzo gradino in classifica generale di Coppa, orfano della Maxi Coppa di Cristallo solo per aver improvvidamente sputato, con pervicacia, le pillole di saggezza tennico-tattica somministrategli dal, a suo dire, “suo mentore”, GiuFiord, per chi non lo avesse ancora capito, Gianfrissimo Puca, dunque, dicevo, da costui guidati, i nostri alfieri hanno saputo smargiassamente pestare più volte gli scarponi sul podio.
Daniele e SiorpaesAd onor del vero, la formazione MasterMind quest’anno si presentava vieppiu’ ringalluzzita, giusta la presenza di Clemente Royal Family, neo innesto nella rappresentativa italiana, rappresentativa che risultava rafforzata anche in virtù dei preziosissimi apporti del nostro imperdibile allenatore Daniele Di Santo (nella foto tracciatore della prova di SL di Coppa del Mondo insieme al fortissimo Roberto Siorpaes).
Insomma, per farla breve, quest’anno MasterMind ha schierato in Cile una quasi invincibile armada, che, oltre al duo G.P, C.R., annoverava il finalmente libero da impegni lavorativi full time Cesare Veneziani, lo scapigliato Jacopo Koch, rosicava invece, per sua stessa ammissione, disperso nelle Americhe del Nord, causa improcrastinabili impegni scientifico-accademici, il Prof. Ballabio, fremente perché più desideroso di misurarsi nello sport bianco che nelle competizioni legate alla ricerca genetica e, al quale, la comunità scientifica continua ancora, malvagiamente, a negare quei vitali spazi temporali, atti a consentirgli, finalmente, una stagione agonistica a tutto tondo, da settembre a maggio. E rosicavano altresì un tantinello anche Paolo D’Appollonio e Giorgio Ferri, surclassati ormai, quanto a tigna, dallo scapigliato, quest’ultimo da essi stessi trascinato a forza in questa ineffabile galassia Master.  
Purtroppo l’armada MasterMind ha dovuto fare a meno anche del gent... del... (il riserbo è d’obbligo), al secolo, Alessandro Falez, troppo lungi dai nostri, troppo ad altri vicino.
 
Guardate la chat e resterete impressionati dal volume del tifo di quanti da casa, ancora impegnati ad arrostirsi al sole di un settembre agostano,  si sono scorticati le mani per gli applausi a scena aperta alla notizia dei podi dei nostri. Questo è il bello di MasterMind, la partecipazione corale, trasversale, oltre gli steccati dei club di appartenenza e, soprattutto, oltre i muri transgenerazionali. 
Grazie allo spirito MasterMind siamo stati tutti sulle nevi andine e, pur nell’assenza delle nostre fisicità, siamo stati tutti partecipi alle imprese di chi ha deciso di mettersi in gioco anche ai massimi livelli, uscendo dal rassicurante recinto abruzzese, ove comunque, come i fatti cileni dimostrano, si è raggiunto un livello di assoluto rispetto. 
Meritevoli di segnalazione, pur se non promotori nostri e tuttavia frequentatori delle nostre gare di spicco,  sono anche gli altri italiani convolati al di là dell’Atlantico alla volta dell’ormai classica apertura di stagione agonistica, in tarda estate per noi dell’emisfero boreale, in inverno inoltrato invece per gli australi.  

La salutare novità di quest’anno è stata la relativa bassa quota dei teatri di gara, tutti intorno ai 2000 m., laddove, negli anni passati, a Las Parvas, si stava inopinatamente a quota 2800m.. Quanto alla qualità della neve, solo naturale, si presentava di matrice appenninica, piuttosto tenera, sensibilità e delicatezza esigeva il morso delle lamine; infatti la più modesta altitudine è risultata solo parzialmente compensata da una maggiore latitudine sud della location prescelta, concetto chiarissimo per chi ha presente che nell’altro emisfero non solo si invertono le stagioni, ma anche gli effetti al ribasso sulle temperature in funzione della maggiore latitudine Sud, anche se nello specifico Nevados d Chillan è comunque, specularemente rispetto all'equatore, alla latitudine dell'isola di Pantelleria!

schermata superg atletiAnche il paesaggio ricordava i monti nostrani, per non dire delle piste che potevano essere tranquillamente scambiate per la direttissima del Pratello, come quella a quota 2.500 dove diverse squadre nazionali si stavano allenando in SG e DH (clicca qui per vedere il video),  almeno fino a quando, voltando il capo per caso, non si restava folgorati dal quel cono fumante, 
vulcano pista garacapace di esalare km cubici di Co2 nell’atmosfera, ecco in quel caso, ti appariva l’Etna in un ingannevole sogno; che dire infine degli impianti di risalita, forniti gratuitamente da una località benefattrice europea, ma usati e quindi dannatamente d’annata. Pare che questa sia una soluzione che in Sud America si porti, mio fratello Riccardo fu un pioniere di questo business;  negli anni 80 fu mandato da Hubert Fink a Bariloche  per un interscambio di maestri di sci italiani con l’Argentina; si innamorò dei grandi spazi patagonici e forse non soltanto di quelli (avete presente Belen? è Argentina), comprò una seggiovia Doppelmaier
in Europa, la smontò e se la rimontò su un’isola al centro del lago Naueluapi! Ma questa è un’altra storia, l’unica storia che ora merita di essere narrata è quella delle classifiche della scorpacciata delle sette gare cilene, e già, due SG, due GS, un SL e la combinata tra un GS e una manche di SL!  

Dunque, precedenza alle donne, per cavalleria e per gongolare insieme, giacché il nostro duo Silvia Rossato ed Helga Runggaldier si sono rivelate clone della “valanga rosa”, primeggiando nelle rispettive categorie in tutte le gare Italiani e Russo Americanaed incarnando altresì il paradosso, che talvolta si verifica nelle gare Master, di risultare, al tempo stesso prime ed ultime di categoria. Tra le atlete del gentil sesso meritano una nota di sincero apprezzamento la russo-alaskana Rada Khaljinova (nella foto attorniata dai "focosi" atleti italiani), dalla mai smessa tempra russa, infatti ha gareggiato, con risultati lodevoli, pur avendo un calcagno rotto, e la statunitense Densmore Ballard Lisa, che fermava i cronometri all’unisono con i migliori maschi coetanei.
 
Nei due  SG categoria 50-54 Mauro Lapucci, a mio avviso al di sotto delle sue possibilità che in anni precedenti gli consentivano di primeggiare con costanza, rimediava “solo” un quinto e un sesto; più attardato Il Gambin, ottavo e nono; da notare che in tutte le discipline dominava in assoluto lo “svizzero” di italianissima stirpe sciatoria, Roberto Siorpaes.
In categoria 60-64 ottimo terzo di Clemente Reale che si metteva dietro l’agguerritissimo friulano Fausto Puppini, il quale però nun ce voleva sta’ e nel secondo SG scavalcava il Reale; due volte settimo risultava il meno allenato e ancora "acciaccato" Cesare Veneziani. Tra i 65-69, notevole Valerio Giuseppe Locatelli che a turno col canadese Mike Robbins si scambiava le prime due posizioni e niente affatto male Mario Monti, due volte quinto. Nella fascia 70-74 Big Luciano Baldinottti rimontava abilmente dal settimo posto del primo SG al quinto del secondo SG.
Podio B10Nella fascia alata dei 75-79, dominata a mani basse dal norvegese Aurmo Kjeli, il Prof Puca si piazzava due volte terzo, mentre “l’esordiente” in Copa, ma dai ben altri trascorsi giovanili, il Marchese Zenone Soave si poneva subito al ridosso del podio (quarto e quinto rispettivamente), quanto bastava per ghermire l’avvenente valletta che dispensava fino al quinto gli ambiti guiderdoni, e, soprattutto per ricordare a tutti che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Podio DavideDegno di nota  Davi Davide da Rovereto naturalizzato americano, lontano dalle gare da un anno e mezzo per rottura crociato, ma sempre tra i migliori in tutte le gare e definitivamente adottato dal team tricolore.
 
Ed ora a noi ! I giganti! E qui, come nelle concioni importanti si suole dire, “mi corre l’obbligo” di invertire e partire dalla categoria B10, dove il nostro capitan Puca non è stato capace di resistere alla tentazione di cacciarvi la più classica delle pucate,  in perfetto stile Tafaziano: ha finalmente dato seguito al suo ancestrale impulso di farsi male da solo e, nella certezza di non essere impedito da nessuno, ha inforcato un 165 da slalom per dimostrare che ormai noi anziani si va più forte con gli sci corti; brevis, è arrivato quarto, ha gettato nel gabinetto punti preziosi e se le è prese dal Soave, che non è più certo quello stesso che arrivava nei sei ai campionati italiani juniores davanti a gente del calibro di Raffaele Apollonio. Benvero nel secondo gigante, smessi gli sci corti, il Prof emerito si riscattava balzando al secondo posto a 17 centesimi dal primo e chissà se non ce l’avrebbe fatta a vincere, se non si fosse dovuto resettare su sci ben più lunghi; il Marchese finiva invece quarto. Nei B9 onorevolissimo big Luciano Baldinotti rispettivamente quarto e terzo. Valerio Locatelli, secondo due volte, provava tuttavia l’asprezza del limone facendosi beffare in entrambi i giganti dal canadese Mike Robbins; buono Mario Monti rispettivamente quarto e quinto.
Terzo e secondo gradino del podio in B7 per Clemente Reale, che più sconsolato che felice per i due podi, lamentava di ritrovarsi troppo lontano dai primi; come dire che i vincenti non si accontentano mai; Fausto Puppini collezionava due quarti niente male, mentre Cesare Veneziani collezionava due settimi posti.
Podio B5Tra gli A5 Mauro Lapucci andava finalmente a podio, terzo, retrocedendo poi al quinto nella seconda gara; finalmente lo scapigliato Jacopo Koch agguantava il quinto posto  e con esso il diritto del sospirato abbraccio della valletta; Massimo Gambin non andava oltre un settimo ed un ottavo posto rispettivamente nelle due gare.

Eccoci allo slalom, in categoria B10, imprendibile il norvegese Aurmo, stavolta il Prof Puca si asteneva da esperimenti e si installava al secondo posto davanti al Marchese Soave. Tra i B9 bicchiere mezzo pieno per  il bronzo di Big Luciano Baldinotti e mezzo vuoto per il distacco. B8, Valerio Locatelli mancava il bronzo per 46 centesimi; idem Fausto Puppini, quarto  in B7. In Categoria A5 bel bronzo di Mauro Lapucci a soli 15 centesimi dal secondo e ad 1” e zero tre dal primo.
 
Nella combinata riecco tra i B10 la tafazzata di Puca che usciva in slalom, mentre il prudente Zenone Soave si portava a casa gli 80 punti di un provvidenziale secondo posto. Bacio Clemente 3Big Luciano si confermava bronzo in Cat. B9, prontamente imitato in B8 dall’allupato (non nell’accezione romanesca, ma di lupo che perde il pelo ma non il vizio) Valerio Locatelli, secondo e da Mario Monti in extremis perché quinto.
In categoria B7, Clemente andava ancora a podio con conseguente meritato struscio con la valletta, mentre Fausto Puppini, quarto, ne restava escluso. Infine tra gli A5, Mauro Lapucci si cuccava un altro podio, sia pure montando sul gradino più basso.

Chiuso il sipario cileno 2019, si parla già del 2020, i “ragazzi” se ne sono visti bene”, smesso gli sci, via a riposar le stanche membra “in sala riunioni”, cioè le piacevoli terme naturali a tale scopo adibite....e vi assicuro che le terme cilene non hanno uguali al mondo.Sala riunioni ultimo giorno
Fioccano le richieste di informazioni da tutta Italia, per l’anno prossimo, si parla di prenotare un charter azzurro, dove poter finalmente imbarcare tutti gli sci che si vuole senza lesinare, altri vagheggiano di adottare l’apertura cilena di Coppa in sostituzione delle ferie estive; per non dire dei seguaci di Greta, che angosciati dal global warming, progettano la trasferta cilena in surrogazione delle ormai impraticabili uscite estive sui ghiacciai europei; insomma ne vedremo delle belle, l’entusiasmo, pompati anche dal tifo di chi è rimasto a casa, è a palla, addirittura il responsabile del dicastero del MISE vi intravede l’estrema chance di salvataggio dell’ALITALIA, la quale pare voglia comprare uno slot per un nutrito numero di voli diretti, pur di soddisfare il previsto picco di richieste di biglietti nel periodo estivo e a tal fine i nostri fanno voti che il governo giallo-rosso duri, purché spinga ALITALIA a mettere a segno tale improbabile mossa!
Pulmino ritornoPartnza Santiago