Da "SCENT OF A WOMAN" a "SCENT OF SNOWoman"

Profumo di DonnaL’infantile, non sciocco ma entusiastico, scoppiettio di botte e risposte, scatenatosi all’apparire dei vari post con le cime nostrane imbiancate, ha suggerito il titolo di questo pezzo. L’acronimo, come è facilmente intuibile, allude ad un toccante film interpretato da Al Pacino, e già, per molti Master la neve, e per essa il cancelletto di partenza, sono emozionanti quanto una bella donna.
La neve appena caduta profuma, i bianchi cristalli esagonali catturano le impurità dell’atmosfera sempre più inquinata dai gas serra e il profumo di ozono diventa percepibile. Il bianco sfolgorante, immagine della purezza, ci restituisce un po’ di allegria nei tempi bui della follia umana.


MainardeGaetano Ferraro esordisce svelando tra le nubi le Mainarde imbiancate.

PratelloRino, di rimando, spara un primo piano del Pratello in minigonna bianca che si staglia perentoria contro la faggeta, tinta, ancora timidamente, da accenni autunnali.
StubaiA questo punto Andrea irrompe sulla scena postando una fatata immagine di una catena sfolgorante di sole e di bianco che svetta da una  selva di conifere ancora immersa nell’ombra del mattino incipiente. E’ la Stubaithal, a conferma che ancora una volta il Prof. ha avuto ragione ad aspettare, a rifiutarsi di intubarsi in uno ski dom, come gli era stato proposto.
Ad Andrea risponde Marco Morace con un paio di carrellate su abetaie dai rami chini sotto il carico della prima neve.
HintertuxNell’ eventualità di non averci fatto rosicare abbastanza, Marco chiude la carrellata con una videata che ci catapulta ad Hintertux, ultimo tratto della funivia di arroccamento, che corre lungo una parete ripidissima stracolma di neve.
Clemente, che probabilmente era stato ad intubarsi in uno ski dom, lancia le sue frecciatine contro Andrea, il quale fa lo gnorri, ma sottolinea che non scia da otto mesi.
E già, lui, con il fattore K che si ritrova, sui ghiacciai ormai ridotti in seraccate insciabili non ci mette piu piede e tanto meno va a chiudersi in un capannone da inferno dantesco.
E come discettava il giovane Bilancione al “Marchese” de Sica in una memorabile partita a scopa giocata in un episodio dell’ “ Oro di Napoli”, “la carta sa dove deve andare” , così Andrea ricorda a tutti quanti: “ la neve sa dove deve andare”, cioè va dove va lui !
E tutto va bene, è bastata la prima imbiancata per svegliare i MasterMind dal letargo, dallo scoramento profondo in cui ci aveva oppresso il malefico Ninjo, dispensatore di vampate di calore, che a detta dei climatologi, non ci avrebbe abbandonato fino ad inverno inoltrato.
Per fortuna, invece, già si scaldano gli animi, e MasterMind è già pronto a rifinire i dettagli di un circuito 2024 all’altezza del proprio prestigio, al più presto si darà conto di tutte le novità per una stagione all’insegna di un intramontabile entusiasmo infantile, perché ci è d’obbligo non dimenticare mai il fanciullino che è in noi.

DaDa VanDeerA farci sognare una botta di sprint ulteriore ci ha pensato la RedBul con i suoi rivoluzionari Van Deer, progettati e messi in produzione con l’alta consulenza e per volontà dell’ imperituro Hirscher. Se il prodotto è all’altezza del campionissimo che lo ha pensato, chi metterà ai piedi i cervi, sarà messo in grado di sovvertire tutti i pronostici. Pare che abbiano lo stesso effetto degli stivali magici calzati dal gatto della ben nota fiabIl bello è che noi del Centro-Sud non dobbiamo neppure fare la fatica di andarceli a procurare chissà dove, visto che vengono distribuiti con il conta gocce. Invece al sud li abbiamo disponibili proprio da noi, a Roccaraso e Maddaloni dall’ineffabile Flavione Cuccaro, distributore unico Centro-Sud dei magici sci, presso il suo DADASPORT, fucina delle piu’ azzardate novità nel settore sci alpino, non va del resto dimenticato che il suffisso di DADASPORT è un ambizioso ONLY SKI.

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PROMOTORI ASPIRANTI PODISTI


Marciatrici finale"TITOLO AL MASCHILE, IMMAGINE IN QUOTE ROSA"

Inutile dire che l’aspirazione degli sciatori centro-sudisti a diventare podisti è un classico esempio di ipotesi del terzo tipo, cioè di quelle impossibili da realizzarsi. Ai legulei balzera’ certamente in mente  il classico esempio di condizione impossibile riportato sui testi di diritto privato: “si coelum tetigerim dito (se toccassi il cielo con un dito)”. Uno sciatore, amante della velocità per costituzione, di regola, aspira a diventare pilota, o, addirittura, effettivamente lo è; oppure aspira a diventare motocrossista, o, effettivamente lo è stato. Nel nostro caso non si tratta di ipotesi del terzo tipo, ma realistica aspettativa di numerosi promotori MasterMind a zompare sul podio della Coppa Italia Master edizione 2023. Vediamo perché.
a) La Coppa Italia si disputa in due fasi, la prima a livello macro-regionale, che funge da accesso alla finale, si articola in varie gare, delle quali si assumono (si ricorda a Sanges che anche in Coppa Italia non si scarta niente, ma si assume) i migliori cinque risultati, che diventano un patrimonio personale del concorrente da far valere nella finale; nella prima fase, l’aspirante finalista deve necessariamente partecipare ad almeno due diverse specialità, pena il divieto di accesso alla finale.
b) Grazie ad un colpaccio dei responsabili del C.L.S., in deroga al regolamento di Coppa, alla macro-zona Centro-Sud sono state assegnate ben sei gare (si noti: una in più del minimo) della prima fase, da potersi disputare tutte nello stesso weekend, con la concreta possibilità, per i centro-sudisti, di accedre alla finale senza spostarsi da casa e, per giunta, con un congruo bottino di punti.
c) La finale 2023 si disputa a Roccaraso, grazie ad un colpaccio, questa volta da maestro, messo a segno dal biPresidente Antonio Barulli (del CAM -PUG e de club organizzatore S.c. 3PUNTO3). Questo vuol dire un enorme vantaggio per gli aspiranti podisti centro-sudisti: gareggiare sulle piste di casa e sull’appenninica neve di casa.

THE END

Urlo originale
Questa stagione 2023 si è chiusa in una giornata nebbiosa e fredda, come l’inverno del nostro scontento.
È mancato l’urlo liberatorio in un momento gioioso a conclusione di un’esperienza impegnativa finita bene. L’urlo che invece viene in mente è il celeberrimo “URLO” di Munch, di una persona angosciata da ciò che alla vista gli si prospetta. Il personaggio di Munch sembra sull’orlo di un burrone, l’imminente futuro è terrorizzante, così come ai concorrenti di gara 14, quello che di solito è un’attraente declivio immacolato su cui esibirsi in attitudini che sfidano e controllano lo sprigionarsi delle forze newtoniane, appare loro come la discesa agli inferi. E non c’è neppure la Pizia dell’Oracolo di Delfi a pronunziare parole subdolamente ambigue che inducono ad un effimero ottimismo. La procedura della premiazione, per fortuna, ha ridato il sorriso a tutti, premiati e non, uniti sportivamente nella gioia dei vincitori.