MIDDLE TERM

MidTermArchiviato un gennaio baciato dalla fortuna senza se e senza ma, per qualità del tempo, quantità e qualità della neve, ora, tenuto conto che il circuito termina con la fine di febbraio, sembra necessario un punto della situazione a fine gennaio, che, per ovvii motivi, può considerarsi il giro di boa, o, per restare in clima di elezioni presidenziali e mutuando la definizione dalle scadenze americane, il "middle term".
In verità gennaio si è chiuso con la quadriglia di gare di Campo Felice, non valide per il circuito MasterMind e quindi, a stretto rigore, da non raccontare, posto che in questo spazio, si racconta solo MM; in verità un motivo ancora più importante per tacere è che io narratore, ancora una volta, mi dovrei comportare come Emilio Carlo Giuseppe Maria, il quale, senza aver mai messo il naso fuori casa, fu immaginoso descrittore di paesaggi esotici, sfondo delle saghe indo malesi in cui da ragazzi ci immergemmo con tutti i sei sensi del nostro immaginario.

VOGLIO VIVERE COSI': COL SOLE IN FRONTE APPASSIONAMENTE!!!

 Sole in fronte

Queste gioiose note di una vecchia canzone riproposta da un ottimista, potrebbero essere contrastate con il sermone di un pessimista: “da noi ci mancano sempre diciannove soldi pe fa’ na lira”, come più avanti si dimostra. 
Comunque sia, PARTITI....per l’undicesima stagione agonistica Mastermind, decimo anno di esistenza del movimento, grazie al quale, al Centro-Sud, anche i diversamente giovani possono vestire i panni di atleti consumati e calarsi a palla giù per le piste di gara. L’ormai felicemente collaudato sistema, volto a coniugare, in ambito sci alpino, il meglio delle realtà del Centro-Sud d’Italia, con il superamento delle miopi barriere localistiche, ahinoi sempre in agguato, prevede una doppia coppia di gare da giocarsi, nei sabati e domeniche invernali, tra Roccaraso (sempre di sabato), Ovindoli o Campo Felice (sempre nella domenica seguente).
Il decennale avrebbe meritato ben più pomposa ed entusiastica celebrazione, ma “l’amico” Covid-19 ha imposto una serie di restrizioni che ci costringono a mantenere asociali distanze e bardature che rendono irriconoscibili tra loro anche gli amici più fraterni. Tuttavia la festa non è mancata, l’hanno  garantita, in entrambe le località prescelte,  l’entusiastica partecipazione di circa una centuria di iscritti e il Re del nostro micro-universo, munifico di dardeggianti raggi, fendenti la gelida aria mattutina del gennaio 2022, subentrata, per nostra fortuna, all’improbabile clima primaverile dei giorni precedenti.

Non e' questione di lunghezza ma di rigidita': "Putrella o Peduncolo?"

Putrella-Spiga
Ovviamente si parla di sci, non di altri temi cari al popolo di “donne e motori”. Da qualche decade, in Pianeta Master, si è aperto un approfondito quanto aspro dibattito su quale delle due virtù vada privilegiata nella scelta dell’attrezzo.
C’è chi i 186 li aveva precipitosamente svenduti per ripiegare su un più gradevole 183, per poi ritornare altrettanto precipitosamente ai più maschi 186, irretito dalle entusiastiche grida di gioia di qualche atleta, dichiaratosi favorevole ai machissimi 188 e perché no, addirittura ai 190. Altri, seguendo l’itinerario inverso, hanno smesso i 182, per rispolverare un 176, un po’ agé e tuttavia prodigo di quelle grandi soddisfazioni che i tedeschi definiscono “piccola morte”. Il Reale, sapiente seminatore di dubbi e di zizzanie, tutt’oggi sbandiera a giorni alterni l’una o l’altra Verità, combattendo in tal modo la sua guerra psicologica.
L’unica è testare, purtroppo sulle Dolomiti, quest’anno, è assente PierLuigi Izzo, pertanto i test sono fatti in modalità casalinghe, per l’ira delle mogli, che si vedono vieppiù sottratte all’attenzione di mariti, intenti a mettersi alla prova in ben meno accattivanti seduttività.
Sci Andrea rotti2Uno, fulminato sulla via di Damasco e passato ai 186 suggeritigli da un rivale, spicca ripetutamente le migliori performances con un 186, vendutogli in doppia coppia, con tanto di garanzia, proprio dallo stesso rivale; sembrava messosi l’anima in pace, tanto da piazzare subito e irrimediabilmente, sul mercato dell’usato, lo scialbo 183 ed ecco che il Reale tentava di rimetterlo in crisi, insinuando che il venditore, nel subdolo intento di magnificare l’attrezzo venduto, avesse, nelle prove cronometrate, tirato un po’ il freno a mano, rinunziando a spiccare i tempi migliori.
“Ma che lunghezza”, un altro si intrufolava nella vexata quaestio, declinando numeri, sbarre e composti di sbarre e cifre incomprensibili per chi non usa l’attrezzo prodotto da una delle più vincenti ditte sul mercato, e sparando i numeri 44/39, 37/39, 42/44....., sentenziava: ”è questo che conta che non sia troppo duro, ma duro che duri” (sic!).
 
"Ma l'Atomic 183 in fotografia che rigidità aveva?"