Aspettando Ciro

attesa
Ohibò, esclamerete voi giovanissimi lettori, aggiungendo: “ma questo titolo è la parodia dell’arcinota opera di Samuel Bckett, paradigmatica del teatro dell’assurdo.
Esatto, ed allora mi  incalzerete, chiedendomi: ”ma Ciro verrà? E che ci si aspetta da Ciro, se verrà ?”
Ciro può anche non venire, da lui si aspetta solo un responso, o meglio una sentenza, che, data l’insindacabiltà del personaggio, non può essere appellata. La risposta è una sola, inderogabile e nasce dall’alternativa :”ve la do”, “non ve la do”. L’alternativa si scioglierà in una risposta secca solo dopo le previsioni del tempo di mercoledì 23/02/2022. A noi non resta che attendere e questa volta senza neppure il conforto della Margherita offerta dallo S.c. Vesuvio.
Ma, se le previsioni sono buone, Ciro che ci da’? Ci da’ la pista e che pista! Negli ultimi cinquant’anni l’hanno data solo per competizioni a livello europeo e mondiale, prima la si dava normalmente, anche per gare zonali, è LA DIRETTISSIMA DEL PRATELLO, si scendeva dalla lentissima cestovia e si partiva: gigante, slalom o discesa, tutto si poteva fare. 
GazzettaMemorabili gli italiani Juniores del 1961 (clliccare sull'immagine), se li ricordano ancora; Zeno Soave, uno dei migliori sciatori dell’epoca, memore di quella picchiata in cui si classificò settimo fra gente imprendibile, qualche anno fa volle tornare qui da noi, in occasione degli italiani Master, solo per calarsi nuovamente giù dalla vertigine bianca dei nostri Appennini. 
Gianfredo Puca si fregia tuttora del record in libera sulla Direttissima tra i napoletani e non lascia passare anno, senza aver sciato, almeno una volta, giù per il “cucchiaio”, un rito votivo che gli ha garantito la longevità sportiva. Dunque facciamo anche noi voti che Ciro ce la dia e che non sia una concessione isolata, ma che diventi la quasi norma anche per le competizioni nostrane; a volta basta rompere il ghiaccio e lo straordinario diventa ordinario.
Visto che non ho la Margherita da offrire, per confortarvi in questa struggente attesa, faccio il punto della situazione per attizzare gli animi in vista di una finale magica sulla pista più bella dell’Appennino.

Scia Napoli: neve, pasta e Margherita!!!

vesuvio posillipo
Due club cittadini,  le cui denominazioni evocano siti archeologici e paesaggistici  tra più rinomati al mondo, lo S.C. Vesuvio e lo S.C. Posillipo, in questo weekend del 18 e 19 febbraio 2022, hanno calato sul tavolo una doppia coppia di gare all’altezza dei siti che rappresentano. La dea bendata è stata particolarmente munifica, elargendo in entrambe le giornate un tiepido sole precursore di primavera, ma, per fortuna, senza che la neve, almeno nelle prime delle due gare di giornata, ne risentisse troppo; naturalmente, nelle seconde gare di giornata,  il quadro mutava e tuttavia il fondo pista, quasi totalmente di neve programmata, non implodeva,  sicché, senza timore di smentite, si può affermare che, nonostante la calura anticipativa della prossima stagione, le quattro gare hanno avuto svolgimento regolare. Pista Pallottieri, la stessa, nella due giorni. Tracciati regolari, senza inganni, uno più angolato, l’altro meno, quelli del giorno giorno 18; entrambi filanti allo stesso modo quelli del giorno 19, perché, in luogo della ritracciatura per la seconda gara, si optava per il pantografamento del primo tracciato. 
Il giorno 19, lo S.C. Vesuvio ha voluto rendere gradevole ciò che di norma non lo è, vale a dire l’attesa, offrendo a tutti i concorrenti in attesa della premiazione, un confortevole the caldo, deliziosamente insaporito e tagli di pizza “Margherita” a gogo’, di cui hanno potuto profittare anche i non concorrenti, dato che il Presidente Stefano Romano non ha voluto lesinare. Il giorno 18, invece, lo s.c. Posillipo, aveva preferito rimpinguare la premiazione con una scelta di rinomata “De Cecco “ e così anche l’alta tradizione culinaria dei luoghi evocati dai nomi dei club organizzatori ha trovato degna celebrazione.

La “Gran Risa” de noartri

Canguro Cesare montata
11 e 12 febbraio 2022, è andata in scena la due giorni roccolana intitolata "Trofeo Banca Generali - Trofeo Motum" valevole per la Coppa Italia Master, organizzata in modo ineccepibile dallo S.C. 3PUNTO3. Il club napoletano si avvale dell’esperienza di lungo corso dei fratelli Antonio e Andrea Barulli, i quali in diversi anni di operatività a tutto campo nelle gare di sci alpino, hanno ormai messo a punto una macchina organizzativa, in cui ciascun addetto sa bene il fatto suo, ovvero, all’occorrenza, è capace di adattarsi allo spirito di supplenza, indispensabile nei momenti di emergenza. 
In palio il ghiotto bottino di 400 punti ai primi e via via per gli altri, a scalare, secondo la tabella Coppa del Mondo, punti preziosi da tesaurizzare e calare sul piatto nella classifica finale di Coppa Italia in programma a S. Gertrude d’Ultimo.
Il giorno 11 e’ stato beneficiato dal fortunato dominio del nostro astro di sistema, mai appannato da ombra di nuvola, sicché neve “tirata” dalla notte serena in gara 7, fondo un po’ allentato in gara 8 a causa dell’impetuoso irraggiamento solare; al contrario, il giorno 12 ha ricordato a qualche smemorato che siamo tuttora in inverno: fitta nebbia bassa al primo mattino, che faceva dubitare della visibilità delle due porte di rito, neve ghiacciata per il forte calo di temperatura, poi, per fortuna, la cortina lattiginosa si è alzata quel tanto da garantire due gare regolari, anche se non assolutamente uniformi per tutti i concorrenti, quanto a visibilità, in gara 8.
Pista prescelta, per entrambe le giornate, la spettacolare “Canguro”, del Pizzalto, che con le sue circa 14 porte sullo schuss-canalone, intimidisce anche i più agguerriti, e tuttavia il bello viene dopo, dove spiana, perché è lì’ che, se si ha ancora benzina nelle gambe, si può ribaltare a proprio favore la situazione. Non c’è dubbio che lo spettacolo non manca,  al guardare dal basso quelle porte si resta incantati, destra-sinistra e ancora destra-sinistra quasi all’infinito, ma quasi, perché, ad un certo punto, quel pendolo trita gambe viene provvidenzialmente interrotto dall’inevitabile lunga, quando l’osservatore gia’ rischia l’ipnosi, mentre un incantevole timore reverenziale pervade il ricognitore del tracciato. Tracciati, ad opera del Barulli allenatore, Andrea, saggiamente equilibrati e, visto che un solo concorrente su 80, ha esercitato lo sport di dar giù al tracciatore, si può ben dire perfetti.